The practice of feminism has influenced the approach to the project of transformation of physical space? It is well known that the Architecture Schools have opened their doors to female students only after relentless pressure, as the story of Julia Morgan, the first woman who fails to enrol at the Ecole des Beaux Arts in Paris in 1898. Less well known is, however, the subsequent presence of women in the design fields. Only recently, a part of historiography is devoting attention to female profiles and their professional work. Some scholars have begun to address, in a historical perspective, the reconstruction of gender genealogies, from the pioneer of modern architecture and “Mothers” to less known designers. The debates that have occurred since the Seventies have helped to break down the boundaries between private and public, between domestic space and the city. Nowadays, an increasing number of female designers are engaged to transform house design as a place of innovation, just as the work of Laura Gallucci. Her profile and her work are retraced in the entire volume from which it was extracted chapter "Decline feminism and architecture."

La pratica del femminismo ha influenzato l’approccio al progetto di trasformazione dello spazio fisico? È ben noto che le scuole di architettura hanno aperto le loro porte alle studentesse solo dietro incessanti pressioni, come racconta la storia di Julia Morgan, la prima donna che riesce a iscriversi all’Ecole des Beaux Arts di Parigi nel 1898. Meno nota è, invece, la successiva presenza delle donne nel campo della progettazione e solo di recente una parte della storiografia sta dedicando attenzione ai profili femminili e i relativi lavori professionali. E solo da pochi anni alcune studiose hanno cominciato ad affrontare, in una prospettiva storica, la ricomposizione delle genealogie di genere, dalle pioniere e madri dell’architettura moderna alle progettiste ancora in ombra e meno conosciute. Gli accesi dibattiti che si sono susseguiti dagli anni Settanta hanno contribuito ad abbattere i confini tra privato e pubblico, tra spazi della casa e spazi della città. Da allora sempre più numerose le progettiste impegnate attivamente ad affrontare il tema della casa come luogo di innovazione, dove sperimentare i cambiamenti intercorsi nei modi di vita, proprio come il lavoro di Laura Gallucci che viene ripercorso nell’intero volume da cui è tratto il capitolo “Declinare femminismo e architettura”.

Declinare femminismo e architettura / Mattogno, Claudia. - STAMPA. - (2015), pp. 165-173.

Declinare femminismo e architettura

MATTOGNO, Claudia
2015

Abstract

The practice of feminism has influenced the approach to the project of transformation of physical space? It is well known that the Architecture Schools have opened their doors to female students only after relentless pressure, as the story of Julia Morgan, the first woman who fails to enrol at the Ecole des Beaux Arts in Paris in 1898. Less well known is, however, the subsequent presence of women in the design fields. Only recently, a part of historiography is devoting attention to female profiles and their professional work. Some scholars have begun to address, in a historical perspective, the reconstruction of gender genealogies, from the pioneer of modern architecture and “Mothers” to less known designers. The debates that have occurred since the Seventies have helped to break down the boundaries between private and public, between domestic space and the city. Nowadays, an increasing number of female designers are engaged to transform house design as a place of innovation, just as the work of Laura Gallucci. Her profile and her work are retraced in the entire volume from which it was extracted chapter "Decline feminism and architecture."
2015
L'architettura necessaria di Laura Gallucci
978-88-7462-788-2
La pratica del femminismo ha influenzato l’approccio al progetto di trasformazione dello spazio fisico? È ben noto che le scuole di architettura hanno aperto le loro porte alle studentesse solo dietro incessanti pressioni, come racconta la storia di Julia Morgan, la prima donna che riesce a iscriversi all’Ecole des Beaux Arts di Parigi nel 1898. Meno nota è, invece, la successiva presenza delle donne nel campo della progettazione e solo di recente una parte della storiografia sta dedicando attenzione ai profili femminili e i relativi lavori professionali. E solo da pochi anni alcune studiose hanno cominciato ad affrontare, in una prospettiva storica, la ricomposizione delle genealogie di genere, dalle pioniere e madri dell’architettura moderna alle progettiste ancora in ombra e meno conosciute. Gli accesi dibattiti che si sono susseguiti dagli anni Settanta hanno contribuito ad abbattere i confini tra privato e pubblico, tra spazi della casa e spazi della città. Da allora sempre più numerose le progettiste impegnate attivamente ad affrontare il tema della casa come luogo di innovazione, dove sperimentare i cambiamenti intercorsi nei modi di vita, proprio come il lavoro di Laura Gallucci che viene ripercorso nell’intero volume da cui è tratto il capitolo “Declinare femminismo e architettura”.
genealogie di genere; femminismo; spazio domestico; progettazione
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Declinare femminismo e architettura / Mattogno, Claudia. - STAMPA. - (2015), pp. 165-173.
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Cover.jpg

accesso aperto

Note: https://www.quodlibet.it/libro/9788874627882
Tipologia: Versione editoriale (versione pubblicata con il layout dell'editore)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 352.16 kB
Formato JPEG
352.16 kB JPEG
Mattogno_Declinare-femminismo-achitettura_postprint_2015.pdf

accesso aperto

Note: Testo capitolo
Tipologia: Documento in Post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 62.2 kB
Formato Adobe PDF
62.2 kB Adobe PDF

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/849508
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact